Capezzolo rientrato in menopausa: cosa significa
Il capezzolo rientrato in menopausa è un fenomeno che può allarmare e può avere diverse cause.
Andiamo quindi a vedere cosa vuol dire quando il capezzolo rientra, come capire se si hanno i capezzoli introflessi o rientrati e cosa fare in queste situazioni.
Capezzolo rientrato menopausa cosa significa
Con la cessazione dei cicli mestruali il seno comincia a cambiare.
Digitando sul web “dolore capezzolo in menopausa”, si può notare come spesso viene riferito questo sintomo.
Possono subentrare infatti dolore, secrezioni e altri fenomeni come il rientro del capezzolo che è un fenomeno che si verifica quando il capezzolo preme verso la parte interna del seno, cambiando posizione e piegandosi su se stesso.
Questa situazione può interessare uno o entrambi i seni.
Si differenzia dal capezzolo invertito (o introflesso) che è una condizione spesso genetica e presente fin dalla nascita in cui non sporge sulla superficie del seno bensì è appiattito a livello dell’areola.
Ma quindi come capire se si hanno i capezzoli introflessi o rientranti?
Si possono distinguere le due tipologie in questo modo: il capezzolo invertito può essere fatto uscire tramite un massaggio o col freddo mentre quello rientrato non fuoriesce neanche se stimolato.
Cosa significa quando un capezzolo è rientrato?
Ma perché il capezzolo si ritira?
Un capezzolo rientrato può avere diverse cause:
- invecchiamento
- ectasia duttale
- mastite
- tumore al seno, generalmente accompagnato da perdite di siero o sangue
- malattia di Paget
- Sindrome di Turner
Come capire se hai il capezzolo introflesso
Solitamente non è sufficiente osservare il seno ma è necessario premere tra le dita l’areola e notare che se il capezzolo non sporge è definito piatto, se si ritrae nel seno o appare concavo si definisce introflesso.
Se digiti su internet “immagini capezzolo rientrante” puoi fartene un’idea.
Vediamo ora se si ha un capezzolo introflesso quando preoccuparsi.
Cosa fare quando il capezzolo è rientrato?
Per capire l’origine di questo problema è sempre consigliato rivolgersi al medico per approfondire le cause del rientro del capezzolo.
Se ci sono perdite sierose o di sangue è raccomandato rivolgersi ad un esperto tempestivamente.
Capezzolo rientrato in menopausa: disturbi associati
Quando si avvicina la fine dei cicli mestruali, i seni si modificano e i dotti lattiferi si accorciano e si allargano.
Durante questo processo si possono avere problematiche e sintomi quali dolore, tumefazioni e anche perdite.
Andiamo a vederli nel dettaglio.
Dolore al capezzolo in menopausa
Nella maggior parte dei casi non è sintomo di qualcosa di grave ed è caratterizzato da episodi di indolenzimento mammario causati da sbalzi ormonali, reggiseno sbagliato o troppo stretto, stile di vita errato.
Può capitare che ci sia un dolore al capezzolo sinistro in menopausa o a quello destro.
Quindi il capezzolo dolorante in menopausa può essere normale ma se compaiono altri sintomi, meglio consultare lo specialista.
Sangue dal capezzolo in menopausa
Le secrezioni sierose o di sangue possono avere diverse cause come cisti al seno, mastite, ostruzione del dotto mammario, cancro e molte altre.
In presenza di secrezione dal capezzolo in menopausa informa il medico.
Retrazione capezzolo menopausa
L’introflessione dei capezzoli è caratterizzata dall’assenza di prominenza degli stessi che non sporgono dall’areola ma risultano retratti all’interno del seno.
Il capezzolo rientrante in menopausa può essere, come abbiamo visto, una condizione dovuta a diversi fattori, più o meno gravi.
Normalmente i capezzoli sono sporgenti ma a tutte le età può capitare che rientrino.
Il capezzolo introflesso in menopausa può anche derivare da processi infiammatori o conseguenza di interventi chirurgici e spesso determina fastidi di natura estetica.
Capezzolo rientrante rimedi
Per intervenire sul rientro del capezzolo bisogna innanzitutto individuarne la causa.
La cura per un capezzolo introflesso dopo la menopausa sarà diversa a seconda della patologia presente.
Una situazione di questo tipo va sempre sottoposta all’attenzione del medico specialista che indagherà per trovare l’origine di questo problema.
I capezzoli invertiti che non dipendono da una condizione medica sottostante, solitamente non necessitano di cure.
Però se l’aspetto del seno provoca disagio si può intervenire con varie metodiche che possono essere più o meno invasive.
Esistono rimedi temporanei come le stimolazioni manuali tramite la tecnica di Hoffman, oppure l’utilizzo di dispositivi correttivi.
Esistono poi metodi più invasivi che consistono in trattamenti chirurgici che possono risolvere il problema in maniera permanente o comunque duratura.
In ogni caso l’approccio migliore prevede il consulto del medico per escludere condizioni patologiche sottostanti che necessitano di un trattamento individuale mirato.
Per esempio l’ectasia del dotto mammario può risolversi spontaneamente o tramite impacchi caldi.
Diversamente, in altri casi si rende necessaria la rimozione chirurgica del condotto per andare a correggere questa problematica.
In casi lievi possono essere utilizzati dei dispositivi correttivi, tipo ventose, da applicare in media 8 ore al giorno per circa tre/ quattro mesi e che creano un vuoto esternamente con pressione negativa spingendo in fuori i capezzoli.
In alternativa è possibile ricorrere ad una vera e propria operazione chirurgica che consiste nell’effettuare una piccola incisione vicino al capezzolo e rimuovere i tralci fibrosi e i dotti troppo corti.
Successivamente il capezzolo verrà suturato internamente per proiettarlo in fuori e anche esternamente sulla pelle per affrancare i margini.
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